Il baule in soffitta

Peccato che il tempo sia tiranno e la maggior parte la spendo in questo quadrato di mattoni, con la scrivania attaccata alla finestra e le spalle al muro come un geco. E lo spreco parlando di cose che non mi interessano per niente e meno di niente si può dire sia il tornaconto. La testa, invece, ce l’ho nella mia soffitta immaginaria. Quella dove mi reco la sera, quando libero l’immaginazione e allora spalanco il baule e ci trovo le cose vecchie e le cose nuove, quelle che mi accingerò a creare. Non sono sempre idee splendide, ma non c’è niente di più umiliante del voler fare e non sapere cosa.
Non so cosa mi sia messa veramente in testa. E forse è meglio che non me lo chieda. Ho solo contagiato un’amica che ha preso la palla al balzo e siccome è più sicura di me penso proprio che brucerà le tappe.
Pazienza. Io, in fondo, sono quella a cui piace stare dietro le quinte. Oppure in soffitta, fra ragnatele, vecchie sedie a dondolo, scatoloni e bauli stracolmi di vecchi sogni e sogni nuovi.
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