Rabbie represse

Il baratro e il mio perfetto senso dell’equilibrio. Se inclino la testa solo un po’ finisco giù. Sono una funambola in questa mia vita da circo, ma non ci sono spettatori e se ci sono, la maggior parte è impegnata a guardare altrove. A me il circo non piace. I pagliacci mi inquietano, gli animali mi fanno pena, la gente del circo mi sembra cattiva e sporca: troppo truccata, troppi lustrini nei costumi!
Ci risiamo, la collega convinta di essere irresistibile, con la nonchalance di chi ha esperienza di anni e anni di dolce far niente, mi ha appioppato una cosa da fare diretta a lei. E’ una cosa che non impiega più di cinque minuti, ma proprio per questo mi fa arrabbiare. La butta lì, come se lei stesse troppo in alto per occuparsi di cose di poco conto. Il problema, è che non fa neppure le cose più importanti. La tengono per fare beneficenza? Per darle la possibilità di cambiare telefonino ogni tre mesi, comprare i vestiti firmati e le cinture griffate? Lo fanno perché grazie a lei gira l’economia? Ma allora è un’eroina. Salva il mondo dalla crisi! Oddio, lei non è il solo esemplare del dolce far niente. Diciamo che ha dell’ottima concorrenza. C’è chi dorme, chi gioca in borsa, chi si tiene informato leggendo otto ore al giorno i giornali on line, chi sfrutta le risorse aziendali per svolgere il proprio lavoro. La solita Italia. E poi ci meravigliamo di avere le pezze al culo.
Cercano ancora camerieri per pub in Bretagna? Datemi vitto e alloggio e parto anche domani. Mi porto i miei insulsi lavoretti artigianali e chissà che non sia la volta buona. Tornando con i piedi per terra … ho una casa in disordine, zero emoglobina, un conto corrente che grida aiuto e nessuno lo sente, lo stomaco in sciopero ... mi sa che sotto terra non abbia solo le radici, ci sono dentro fino al collo.

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