Anatemi
Preghiamo affinché sentiate la chiamata del Signore! Questa frase mi ha terrorizzata per molti anni. Avevo paura che la chiamata del Signore fosse per me. Che sarei diventata suora, una di quegli esseri vestiti pesanti anche in inverno, con le calze di naylon e il velo in testa. Temevo che mi sarebbe toccato diventare suora. Non ho mai pregato, nella speranza che la chiamata non fosse destinata a me. E così é stato. Se c'era un modo sbagliato per impormi le cose, da bambina, era, appunto, impormele. "Saluta" e io non salutavo. "Mangia" ed io non mangiavo. Così mi é capitato con la religione. Inutili tentativi. Più mi si imponeva e meno ne avevo voglia. Da grande ho capito che il problema non é la fede, ma l'astio che mi provoca la gente che pensa di credere e perché crede pensa di essere nel giusto e tutto il resto é melma. La loro é verita, il resto é tutto sbagliato. Ditelo al parrocco della mia parrocchia che se voglio sentire messa, esco e vado, non c'è bisogno che monti il megafono per farmi ascoltare messa o i canti dei ragazzi dell'oratorio dalle sette di mattina fino alle otto di sera. Verrebbe voglia di ricacciare i cristiani nelle catacombe! Fatemi guadagnare l'inferno. Sono solo affari miei. Secondo loro il diavolo é proprio brutto come lo si dipinge, ma é sempre meglio delle loro facce da sepolcri imbiancati.
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