18-07-2011

Nei pomeriggi d’estate mi viene in mente quando da bambina scendevo all’emporio sotto casa, compravo un gelato e lo mangiavo seduta sulle scale, intenta ad osservare la gente che passava. Le persone intente nelle loro cose da fare mi incuriosiva e mi incuriosivano le borse che le signore portavano sotto braccio o a tracolla. Un giorno, venne a trovarci una zia di mia mamma. Una bella signora, elegante nei modi e nel vestire. Posò la borsa di paglia sul tavolino della cucina e salì al piano di sopra con mia mamma. Io rimasi in cucina, attratta da quella borsa e dal contenuto. Non riuscii a trattenermi e l’aprì. C’era un buon odore di caramelle alla menta, quelle con il buco, un borsellino in pelle nera di coccodrillo, un rossetto e una cipria. Un mazzo di chiavi, un pettine laccato di rosso ed un piccolo campioncino di profumo che vendevano per corrispondenza. Si chiamava Bird of Paradise che io, al tempo lessi proprio com’era scritto. Mi sentii in colpa per quel gesto. Non avevo mai messo il naso in cose non mie e quella fu la prima ed unica volta. Però da quel giorno, anche io pretesi una borsa, una piccola borsa di paglia con cerniera con dei fiori ricamati sopra che mi seguii finché non divenne vecchia e bucata. Dentro ci misi un campioncino di profumo, una cipria vuota di mia mamma, un pacco di caramelle alla menta, quelle con il buco, e la gommina a forma di Brontolorso, il mio Orsetto del Cuore preferito. Chissà perché, oggi, mi è venuto in mente questo episodio. Non ci pensavo da anni, ma quando inizio a pensare a me bambina, mi tornano in mente tutti gli altri ricordi, a catena. Così ho iniziato a ricordare quando mangiai il burro cacao alla ciliegia nascosta dietro un pilastro della chiesa di San Pietro che mio papà aveva comprato per me in farmacia, quando ho decifrato l’alfabeto segreto di mia sorella e di una sua amica ricattandole che avrei spiattellato i loro segreti se non mi avessero fatta giocare con loro, quando ho fatto mangiare il cibo per uccelli alla figlia di un’amica di mia mamma che sapeva solo frignare e fare la spia o quando l’ho fatta sedere su una sedia a sdraio rotta, quando ho rubato la barretta mars dal frigo di mia zia e per mangiarla in fretta mi sono strozzata e l’ho vomitata tutta, quando ho legato mia mamma al bancone della chiesa usando la cintura del suo cappotto color cammello o quando ho fatto il gesto delle corna al prete che mi porgeva una caramella, ma tirava indietro il braccio se cercavo di acchiapparla. O quando ho detto a mia nonna che non volevo baciarla perché aveva i baffi o nascondevo le carte delle caramelle che mangiavo di nascosto in un cassetto della biancheria e vi è entrato dentro quasi un formicaio intero e mia mamma per punirmi comprò le caramelle Cinzia che io odiavo, ma che, per non dargliela vinta, scartavo lo stesso, grattavo via la cioccolata e mangiavo la mandorla pralinata. Se continuassi in questo gioco di ricordi mi verrebbe la malinconia e ho promesso a me stessa che devo imparare ad essere meno malinconica e più dentro la vita reale. In questo periodo dove il futuro non si riesce ad immaginare e c’è bisogno di vivere il presente. E’ tempo di rinchiudere i ricordi in un cassetto, in un armadio o in una stanza che di sicuro riempirei. E’ tempo di essere attrice e non più spettatrice. Anche se, ieri, ho comprato un gelato e seduta al tavolo del bar ho osservato la gente muoversi e mi sono persa dietro il gioco dell’immaginare le loro vite.

Commenti

  1. Ci sono persone che scrivono ma non trasmettono emozioni. Le tue parole invece sono armoniche e suscitano ricordi. Capisco il tuo stato d'animo, l'ho provato e ne sono uscita solo voltando pagina e lasciandomi tutto alle spalle. La melanconia mi accompagnerà sempre, fa parte di me, è difficile spogliarsi di un passato forse bisogna farlo presto, da giovani, ma poi penso che non avrebbe avuto il significato che ha oggi. Non rinunciare ai tuoi sogni, ti auguro di trovare la libertà in quell'angolo di mondo dove potrai dire "sono a casa" dove il tuo modo di essere sarà uno dei tanti e sprofondata su una poltrona fiorita e morbida, sorseggiando un tè e contemplando il mare, scriverai le tue storie che tanti troveranno meravigliose.
    Suerte. Laudi.

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