Panni stesi




Mi sento un panno steso ad asciugare. Agganciata a due precarie mollette, magari stesa accanto a quella smorfiosa della camicetta di seta e ad altri abiti che si danno arie e nessuno mi ha chiesto se preferivo gli slip rosa o l’asciugamano a quadri come vicini di filo. Io sono un panno multiuso, resistente, non lascio pelucchi, elimino la polvere e le macchie d’unto. Mi lavo a soli 30°e non rimangono aloni. Ma sono un panno. Semplice manovalanza.
Io vorrei essere un tartan che fra l’altro è tornato di moda. Un bel cappotto in tartan avvitato e che arrivi sopra al ginocchio. Di un cappotto in tartan si ha cura. Non lo si lascia steso al sole o con la pioggia. Si spazzola, si stira, si manda in tintoria, si ripone nell’apposita custodia. Un panno tuttofare si dimentica facilmente steso per tutta la durata delle vacanze. Peggio ancora, non lo si dimentica, lo si lascia lì perché tanto è un panno e basta. E’ un panno. Punto.

Commenti

  1. deliziosa metafora..mi ci rivedo anche io..

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  2. geniale! Ti seguo!

    Se vuoi leggi anche il mio...sono nuova nuova :)
    http://donnagentile.blogspot.com/

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