Changements
Ci sono dei giorni nei quali
preferisco appoggiare il mento sul palmo della mano e aspettare che il tempo
passi. Giorni di totale pigrizia nei quali anche respirare è un arduo lavoro.
Ci sono giorni, invece, nei quali il tempo a disposizione è sempre poco, nei
quali non vorrei mai andare a dormire, ma ho solo voglia di fare.
Oggi è uno dei miei giorni pigri.
Uno di quei giorni tipici che se fossi rimasta a casa, avrei fatto meglio.
Giorni che dalla mia bocca passa tutto quello che penso. Giorni che quasi,
quasi, cerco il pretesto per litigare. Con tutti. Giorni che devo inventarmi un
sorriso per sdrammatizzare, ma dentro… un fiume di anatemi e qualche
parolaccia.
Oggi è proprio un giorno pigro,
un giorno di riflessione e le somme che tiro non mi piacciono. Un giorno pigro
che nasce da tanti giorni no. Tutti a catena che ormai non fai in tempo a
mettere una pezza che viene fuori un altro strappo e pazienza e rattoppi sono
finiti.
Problemi piccoli e problemi
grandi, litigi, incomprensioni, delusioni, stanchezza, arrabbiature, ferite
inferte e subite. Conosco tutto molto bene, sono sempre in loro compagnia. Però
stavolta tiro avanti, anche da sola. Mi sposto, mi muovo, cambio aria. Tanto
per non impigrire gli occhi oltre all’umore.
C’è bisogno di leggerezza, di
vestiti con le maniche a sbuffo e fiocchetti, di collanine con deliziosi
pendenti, di anelli luccicanti, burro cacao alla frutta e borotalco dopo il
bagno, di dolcetti decorati e del gioco dei tarocchi. Insomma, devo portare un po’ di roba da signorine
in questo mio rifugio. Riviste e non solo libri, candele, piattini e tazze da
tè, cuscini sul divano e trasmissioni sciocche alla TV e chissà che non riesca
a dimenticarmi di tutto il mondo là fuori.
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