Ricomincia il circo


Pensate alle gioie presenti - ognuno ne ha molte - non alle disgrazie passate - tutti ne hanno qualcuna.
Riempite di nuovo il bicchiere con volto radioso e cuore pago.
Mi ci gioco la testa che il vostro sarà un Natale allegro e un anno nuovo felice.
Charles Dickens

 


 
Io ero una bambina timida, con la testa carica di sogni e di immaginazione.  Sono stata un’adolescente timida che desiderava, però, essere vista. Non notata. Vista. 
Adesso sono un’adulta molto meno timida, decisamente più sicura, in cerca di riscatto e perennemente vessata da un’entità metafisica che io chiamo L’Omino Dispettoso. Questa insulsa presenza ha lo scopo di rovinarmi l’esistenza e il suo scopo è stato quasi del tutto raggiunto. L’ultima battaglia è proprio recente. E’ riuscito a farmi odiare il Natale e tutto quello che è vivere il clima natalizio. La sua tecnica si è affinata e questo mi preoccupa. Se prima riuscivo a contrastarlo, ad oppormi quando metteva in gioco i miei punti fermi, adesso, invece, non ho più bisogno di battagliare su nulla. Gli servo la vittoria su un vassoio d’argento finemente decorato. La mia ultima alzata di ingegno prevedeva che se io non avessi  manifestato il benché minimo interesse al Natale e a tutte le ricorrenze del periodo, questo sciagurato avrebbe preferito rovinarmi qualche altra cosa e invece è stato più furbo di me. Mi ha regalato un Natale raccapricciante e un Capodanno che a paragone, L’ultimo Capodanno dell’Umanità di Niccolò Ammaniti è una fiaba per bambini.
Scioccamente ho sempre desiderato trascorrere la sera della vigilia in famiglia, addobbando la casa, realizzando dei segnaposto, preparando un vero e proprio menu che preveda la presentazione di piatti non solo buoni, ma anche belli da vedere. Ho sempre immaginato una musichetta natalizia lieve, lieve, di sottofondo e tutti in armonia arrivare allo scoccare della mezzanotte e poi spumante, dolce ed auguri.
Per un po’ ho sospettato che questo mio desiderio era solo frutto della pubblicità che ti insinua nel subconscio desideri consumisti. Quasi mi convincevo che questo Barnum fosse uso comune. Stavo quasi per sentirmi un tipo superficiale, ma, per colpa dell’etere e dei social network, ho constatato che sarebbe possibile farlo. Che la mia idea non é poi così balzana. I miei occhi hanno visto tavole imbandite come Dio comanda, segnaposto deliziosi, piatti ben presentati, gente vestita a festa anche se sta solo in famiglia.  E ho realizzato che quelle farfalle nello stomaco, quella stretta alla gola e le manie omicide erano frutto dell’invidia. Perché io no?
Semplice. Perché durante la cena della vigilia, qualsiasi vigilia, qualsiasi ricorrenza porca, vengono invitate persone sbagliate. Una specie di moltiplicazione dell’omino dispettoso. L’omino vociante, la zia arpia e ficcanaso, il vicino solo ma rompiballe e il parente che c’è, ma vorrebbe essere altrove e lo dice pure… ah no. Quest'ultimo sono io!
 

 
 

Commenti

Post più popolari