Arrivi

Sono tornata. Domenica sera di festa. Ma la vera festa, per me, é stato tornare a casa.
Fra un esplosione e l'altra dei fuochi d'artificio ho cercato di riordinare tutti i pensieri sparsi che ho fatto nei giorni passati. La quotidianità ha finito per inghiottire tutto. O quasi. Ieri non ho ceduto al mio solito pessimismo ed ho rimesso le mani in pasta. Sentivo le voci nella testa. La prima mi suggeriva di smettere perché quello che facevo era solo una gran perdita di tempo. La seconda voce mi spronava a non mollare perché niente é sprecato se lo si fa con piacere. Ho dato ascolto alla seconda. Anche perché, tenere le mani in pasta é l'unico modo per non soccombere al sonno dopo una giornata estenuante. Perché serve da allenamento ed io mi sento un pò arrugginita. Perché da cosa nasce cosa. Chi lo sa!
Ho trovato un mio vecchio diario. Ho cercato le chiavi che chiudevano il lucchetto. Le ho trovate agganciate alle chiavi di casa. E' passato più di un decennio, avevo pure dimenticato cosa aprissero quelle chiavi. E' stato bello rileggere quello che avevo scritto. In parte avevo dimenticato pezzi di vita che prima mi parevano importanti e che invece erano finiti nel dimenticatoio.  Già da allora cercavo il mio spazio, reclamavo tempo. Avrei solo dovuto andare via da qui appena ho maturato l'idea. Chissà adesso cosa farei e dove sarei. Avevo completamente rimosso il mio fantasma. E' consuetudine per me, quando vedo che la vita non va come vorrei, inventarmi un fantasma. Non é un ectoplasma, non si tratta di una presenza soprannaturale.Può essere una persona, un luogo, una cosa attorno alla quale ci costruisco una specie di vita parallela. Sono cosciente che é pura finzione, ma nessuna legge civile, penale o morale mi impedisce di allargare il mio orizzonte, se quello che vedo è troppo vicino.
"E c'é sempre quel buco nello stomaco e speri che sia solo colpa del tè troppo forte bevuto al posto della cena". Questa é una frase del mio diario, scritta quando ancora ero una stupida ventenne. Non é la frase in sè. Perché é una stupidissima frase, ma é che quel buco nello stomaco non ricordavo di averlo da così tanto tempo. E mi chiedo come mai non sia stata ancora in grado di riempirlo.
Intanto é arrivato il momento di andare via, se ho atteso tutti questi anni per trovare una risposta, posso aspettare almeno l'ora di cena.

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