Fantasmi
Cavolo. Il
terremoto! Ce ne sono tre nei miei
ricordi.
Il primo non è che l’abbia sentito. Dormivo. Avevo appena
sei anni. Ricordo solo mia mamma che mi obbligò ad alzarmi (era notte fonda) ,
a vestirmi e scendere giù , in auto, per raggiungere un posto sicuro: casa in
costruzione in aperta campagna dei suoi
cugini sudamericani. Tutte ottime norme di comportamento. Ho portato con me la cartella della scuola.
Non volevo perderla, nel caso fosse tornato il terremoto.
Ero già un’adolescente durante il
secondo terremoto. Ricordo il boato, i muri e il pavimento che ballavano. Anche
quella volta mia mamma, più veloce di un super eroe, indossò i vestiti e mi
costrinse ad alzarmi per andare in un luogo sicuro. Casa di sua sorella, per
nulla costruita seguendo le norme antisismiche. La giustificazione era che se
fosse successo qualcosa di grave, dovevamo morire tutti assieme appassionatamente.
Il terremoto non tornò. Mia zia e mio zio dormirono nel proprio letto. Mia
mamma e mio papà nella stanza degli ospiti. Io su una sdraio di similpelle
talmente ghiacciata che ho tremato tutta la notte. Mia sorella non era con noi.
Si trovare fuori città. Era una neo studentessa universitaria. Altrimenti l’avrebbero data a lei la sdraio.
Mi chiedo ancora dove avrei dormito se fosse stata con noi.
Per il terzo terremoto ero ormai grande. Neo diplomata in
attesa di prendere il volo. Ancora notte. Ancora mia mamma che si veste in
tempi record e cerca di fare uscire dal letto mio papà e me. Per andare dalle
zia. Per morire tutti insieme appassionatamente. Ormai vivevamo in un nuovo
appartamento. Costruito a regola d’arte. Ci andasse lei dalla zia!
Mia madre ha sempre temuto due cose: il terremoto e i lampi.
Quando piove e tuona lei stacca la luce, le prese TV, chiude le serrande e
aspetta! Grazie a Dio né io, né mia
sorella abbiamo ereditato questo tipo di fobie. Nemmeno quella dei terremoti.
Anche se adesso, con quello che succede, mi ritrovo la sera a fissare il
soffitto e a chiedermi se mi crollerà
per primo addosso, oppure sarà il pavimento a cedere. In entrambi i casi non
finirebbe bene.
Ma ha senso avere paura prima che l’evento succeda? Potrei scontrarmi con un pinguino e restarci
secca. La morte non pecca certo di
fantasia.
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