Ritorno al passato

Mi è già capitato di scrivere di amici persi per strada, senza motivo alcuno. Persone che prima erano qui, vicino a te e poi scende il gelo senza un motivo. Amici che non puoi più considerare tali, ma continui a chiamarli così, anche se sono ormai estranei. Di un estraneo, però, non conosco nulla. Invece loro li conosco bene.

Di S. so che non ama i limoni. Che sembra timida, ma non finisce mai di parlare. So che è golosa di cioccolato fondente e adora la torta Savoia. So che è molto legata al fratello e che le piace il mare. So che dopo pranzo fa sempre un pisolino e solo dopo lava i piatti. So che lavora bene a maglia, ma è pure molto pigra. Odia andare in palestra e camminare. Infatti si sposta sempre e solo in auto.

Di M. so che ama il sole e l’estate. Che la sigaretta più buona è la prima del mattino. Anche lei odia fare ginnastica, ma le piace usare le mani. So che è molto creativa e ha tanta fantasia. So pure che il lavoro dei suoi sogni non è quello che fa, anche se quello che fa le regala tempo per inseguire le sue passioni. So che è molto gelosa, ma ci tiene a non mostrarlo. So che ha combattuto fantasmi, ma so pure che non li ha sconfitti veramente. So che il narciso è il suo fiore preferito e che ha una passione per l’antiquariato.

Poi ci sarebbero anche C. che ama leggere e rileggere Pirandello e le passeggiate sulla spiaggia ed E. che odia i braccialetti, ama lo stile moderno e i vestiti ricercati.

Capita, poi, di rincontrarsi. Di parlare del più o del meno. Delle cose banali come il tempo, il lavoro e la difficoltà di stare appresso a tutto quanto. Magari ci si incontra ad una cena, il cameriere ti serve il piatto e tu non tocchi nulla. Lei ti chiede perché, ma dovrebbe saperlo, visto che ti conosce da lustri, che odi le cipolle e gli intingoli superflui. Che odi il superfluo e la superficialità. Che sei coerente, anche troppo. Che non riesci a fingere o usare le persone in base alle opportunità. Che sei schiva, sì, ma su di te ci si può contare. Sempre.

E da una cosa sciocca come questa ti rendi conto che tu sei scomparsa dai loro pensieri. Che nemmeno hanno conservato un ricordo. Salvo qualche foto. Quella che tirano fuori nei momenti meno opportuni per prendere in giro la permanente degli anni ’80 o quel vestito che sembrava un sacco. Riappropriandosi di una confidenza che ormai è sparita da tempo. Solo per ridicolizzarti o ridicolizzarsi a vicenda. Ma non è più la stessa cosa. Non è mai la stessa cosa. Perché i fili della confidenza si sono spezzati da tempo.

Ho fatto un viaggio nel tempo nello scorso fine settimana. Stesso cd, stessa marca d’auto, stesse persone, stessa strada. Niente è cambiato, ma intanto è tutto diverso.

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