Crucci


Toglietemi di mezzo  Cucciari e Marcuzzi e il loro insopportabile bifidus che mi fa pensare ad un essere con due paia di mani e di piedi. Quando le vedo  su quella scala mobile, vorrei proprio che, come nei cartoni animati, scivolassero fra gli scalini, rimanessero inceppate nel rullo e ne uscissero formato sottiletta. Poi, ci vorrebbe una bella folata di vento che le trasportasse in nel deserto, dove disidratate a dovere si disintegrassero.
Io, invece, rido come una scema quando vedo la pubblicità del cinghiale sullo stomaco del poveretto che ha mangiato pesante. Oppure, peccato che in estate non la facciano più, per la pubblicità dell’omino di muco con i pantaloncini da box che aggredisce il malaticcio. Ah, mi piaceva pure quella della statua di Nettuno e del ragazzino che lo mandava in farmacia o quella della statua che reggeva un architrave e aveva la tosse. Oddio, tutte incentrate sulle malattie e la cattiva digestione!
Da ragazzina, uno dei miei lavori preferiti era quello del grafico pubblicitario. Mi era venuta la fissa a causa del telefilm  Vita da Strega, perché il marito di Samantha era giusto un grafico e immaginarmi un lavoro fra matite, gomme, pennelli e pennarelli mi entusiasmava. Io ho sempre adorato disegnare. Ero pure discretamente brava, ma sono quasi vent’anni che non prendo una matita in mano e mi sono arrugginita parecchio. Eppure, quando sistemo lo studio e mi rigiro fra le mani le matite buone da pittore, il modellino in legno per rappresentare le figure umane e che io ho posizionato sulla libreria a fare il gesto dell’ombrello, mi viene la voglia di ricominciare. Però, inizio a fare degli schizzi che sembrano in rigor mortis, mi infastidisco e mollo.
Ho iniziato le opere di restauro, ma ammetto di essermi scoraggiata. Non tanto per la difficoltà del lavoro, ma perché vorrei restaurare senza sporcare, cosa assurda e impossibile. Non sarebbe un problema se non vivessi nello stesso posto dove restauro, ma ci vivo e ci dormo, come farò a sopravvivere in questo caos? Intanto i lavori procedono e anche se non ne sono molto soddisfatta, posso ammettere che ho imparato dai primi sbagli e a mano, a mano tutto sta diventando più semplice.
Che altro dire? Ho avuto una brutta settimana, mi sono pure arrabbiata e molto. Perché è facile fare le belle statuine quando non si deve convivere giornalmente con situazioni al limite del bizzarro. Semplice mettersi in posa davanti all’autoscatto mostrando il musetto fresco di silicone. Postare video di cantanti con la C maiuscola e trasformare in complicata una vita fatta di lavoro tranquillo, serate nei pub, feste nei fine settimana e gite fuoriporta. Già, tutto molto facile, quando si omettono la quotidianità, la faccia senza trucco la mattina, il panno dei cesti sporchi, i capelli dopo due giorni senza shampoo, l’herpes sulle labbra ritoccate, la matita sbavata dopo un drink di troppo, le bollette del gas e della luce e quella dell’adsl che permette di pubblicare qualsiasi stronzata si voglia.
Facile fare riferimenti dotti e citazioni alla come viene, viene, quando si può contare sulla succursale del cervello che prende il nome di Wikipedia e pubblicarle sul più famoso dei social network lasciando trasparire un alone di cultura che viene spazzato via non appena si preme il tasto off del pc.
Divertente il gioco del botta e risposta per mostrare quanto si è pronti e svegli. Intrigante il gioco del nascondino, i mezzi visi pubblicati in bianco e nero e gli occhi bistrati che spuntano dal buco di una serratura. E tutti i profili destri e sinistri mostrati nella prospettiva sbagliata di una auto-foto scattata con il telefonino di ultima generazione. O le foto alla scrivania che svelano un letto comune coperto da una trapunta che raffigura le principesse Disney che fa poco fighe e molto Peter Pan e il disordine di pupazzi sghembi di peluche e foto normo-pacchiane attaccate allo specchio del comò. Lecito mostrare la propria famiglia Cuore, il marito figo, il figlio o la figlia che ci rappresentano in formato miniatura e in miniatura rappresentano anche tutti i nostri difetti fisici e non. Bello credere di essere popolari fino a quando sotto una foto, un commento, la minima idiozia appaiono i pollici in su, tanto nessuno mai avrebbe il coraggio di lasciare un pollice verso.
Per niente facile svelare a sé stessi se per caso non si appartenga alla categoria di cui sopra.

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