Colpi bassi

Ha proprio ragione il mio amico psichiatra. La profezia autoverificantesi esiste e funziona. Lo so adesso che mi trovo seduta su una scomoda sedia di ospedale a monitorare il respiro di una mamma che non accudisce più, ma va accudita. Mi sento presa a forza e costretta a rimanerci sulla sedia. Perché io avrei la tentazione di fuggire. Io sono fatta così. Non mi piace soffrire platealmente, preferisco rintanarmi da qualche parte, qualunque parte. L'importante é stare lontana da chi sta soffrendo come me. Però non posso fare la vigliacca. Non ho l'età e non é corretto. Perché se le cose fossero invertite non penso che lei fuggirebbe via. Lo ha dimostrato tante volte. Lo ha dimostrato anche adesso che per non farmi preoccupare non ha voluto che mi chiamassero. Perché io stavo male. Non sarebbe stato giusto. E adesso é giusto che sia io a fingermi forte e volenterosa. Anche se guardo costantemente l'uscita e vorrei scappare fuori. Sono le sette di sera. Non andrò via prima delle sette del giorno dopo. Non so cosa potrà succedere nel frattempo e non nego che l'idea che tutto possa succedere quando sono rimasta sola mi fa salire il panico.
Non mi piace tutto questo e sono arrabbiata. Perché non era il momento, perché ero stanca, perché già altro era successo e io volevo solo godermi le tanto attese vacanze di Natale. Proprio quest'anno che lo avevo tirato fuori quel grosso albero di natale. Lo avevo addobbato a festa. Proprio quando avevo riempito la dispensa di farine e forme di biscotti. Proprio quando avevo intenzione di coinvolgerla in qualche ricetta laboriosa. E invece non  é stato. Come se io dovessi sentirmi costretta ad odiarlo il natale, ma non ci riesco. L'omino dispettoso ha atteso serenamente che mollassi la guardia e ha colpito. Stavolta un pò troppo forte e forse lo ha fatto non rendendosi conto di aver fatto del male proprio alla persona sbagliata. 
Il mio choc anafilattico durante la cena del mio anniversario, la sceneggiata dell'ambulanza e delle vomitate in corsia non bastava. Bisognava rincarare la dose, colpire vigliaccamente dove io sono più debole e in effetti il colpo é andato in porto. Geniale.
Stasera ho acceso il pc per non sentirmi troppo sola. Volevo sfogarmi un pochino e ho trovato due commenti. Era da un pò che non scrivevo. Ero troppo arrabbiata. Ma oggi ne sentivo il bisogno. E' l'unico modo che ho per non andare fuori di testa. Così ho trovato due commenti. Mi piace trovare dei commenti. Oggi, però, non solo sono stata contenta. Mi sono sentita meno sola. Nel panico, disorientata, angosciata, ma meno sola. Il tempo passa. Qui passa lento, ma deve passare. Strano no? Ho sempre avuto il cruccio di fermare il tempo, certo non volevo fermarlo così. 
In questi momenti terribili ho riscoperto gente che pensavo di avere perso, ho capito di essere immatura anche se non più bambina. Ho fatto i capricci perché non volevo accettare le cose come stavano. Li ho fatti pure perché  non mi sento in grado di affrontare le conseguenze. Sono stata coraggiosa e codarda. Forte, ma ammetto di aver pianto un pò. Nel mio modo solito. Mai plateale. E ne ho avuto vergogna. Perché non mi sono scoperta così roccia come credevo. 
Avrei solo bisogno di riposare. Mente e corpo. Ma ormai ho troppa paura di allentare la presa. Se mollo succede sempre qualcosa. Starò rigida come un manico di scopa. Tanto fra un pò arriva la Befana. Potrebbe servire.

Commenti

Post più popolari