Sul patibolo in attesa di giustizia

Bene. Oggi si scoprirà quale sarà il mio destino. Cosa si pretenderà da me e cosa si é già dato per scontato che io faccia. Si trattasse di un temporaneo stop non starei a crucciarmi più di tanto, ma da oggi, se vogliamo dare un inizio alla mia perenne agonia, tutto cambierà e tutto andrà rivoluzionato. Non ho mai pensato di fare un figlio a causa del tempo che non ho, ma soprattutto a causa di tutti i lavori in corso che costellano la mia esistenza. Quello che é accaduto adesso é molto più di un figlio. Togliendo la parte affettiva della cosa e analizzandola a mente fredda, ciò che é successo é una catena pesante che si é legata al mio piede e che mi toccherà volente o nolente, trascinarmela dietro e, considerate le mie forze attuali, finirà essa stessa per trascinarmi via.  Non li ho fatti i buoni propositi per il nuovo anno, come se sapessi già che non sarei stata capace di mantenerli, non per mia volontà, ma per soggiacere alla volontà di qualcuno o qualcosa che si diverte a tirarmi tiri mancini. Adesso ha iniziato ad andarci giù pesante. Come se volesse dirmi: Senti ragazza! Prima ho solo giocato. Se voglio ti metto in ginocchio. Anzi, ti distruggo.
Ed io? Io sono cosciente di non avere forze e possibilità per contrastare tutto questo, ma continuo a non piegarmi. E' più forte di me. Non ci riesco. E intanto continuo a cercare un modo per scappare. Mi é stato detto che non é poi così difficile. Forse a vent'anni. Forse dimentico di alzare la testa ogni tanto. Serve. Invece di tenere sempre e costantemente questi occhi bassi persi nel vuoto. Mi sono fatta un esame di coscienza ieri sera. Io posso affrontare tutto quanto, ma é come se fossi affetta da allergia affettiva verso qualche membro della mia famiglia. Sì, di sicuro é colpa delle ferite dell'adolescenza, ma non riesco a dimenticare e così diventa difficile gestire i rapporti con qualcuno che sei arrivata a detestare e verso cui, adesso, sarebbe il caso di seppellire l'ascia di guerra. Diventa difficile cercare di capire e giustificare quando non se ne ha proprio voglia e soprattutto per me é impossibile lasciare correre quando si assume quell'atteggiamento del sordo che non vuole sentire. Ammetto di avercela un pò con tutti in questi giorni. Cavolo. Mi avete impedito l'adolescenza e adesso pretendete di trascinarmi giù, in quella fase della vita in cui prima bisogna avere figli grandi quasi laureati, mariti in pensione e vicine con cui prendere un caffè tanto per alleviare la noia del tempo che passa. Mi é stata rubata una lunghissima fase temporale e vorrei che almeno mi venissero rimborsati i danni. 
Non blatero più. Aspetto. Tanto, poco manca per conoscere l'esito di questo assurdo destino che vedo si ripete. Costantemente. Quale angoscia!

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