Intanto


Pasticciando con un articolo di un giornale sul web ho progettato le mie ferie ideali e già un dubbio mi sovviene. Dove vado?

Sicuramente da nessuna parte, ma é bello immaginare, progettare, aspettare che i giorni passino che l'estate maledetta arrivi e ci sia un aereo ad aspettarti per atterrare proprio dove hai lasciato il cuore oppure dove hai sempre sognato di vivere.
Penso sarà un'altra estate di quelle che passerò spalmandomi di creme protettive, indosserò cappelli e occhialoni da sole, uscirò quando calerà il sole, come i vampiri. Al mare starò in acqua tutto il tempo fino a farmi spellare le dita e aspetterò l'autunno contando i giorni già da Giugno.
Intanto sono impelagata in un dubbio amletico: ristrutturo oppure no? Chiariamo il dubbio. Se dovessi affidare casa mia, chiavi in mano, ad una azienda che si occupi di tutto, dalla ristrutturazione alla pulizia seguente, il dubbio sarebbe sciolto già da un po’. Il problema è che devo metterci le mani io e non ne ho proprio voglia. Ha senso farlo? E’ intelligente affaticarsi tanto? Sarà saggio sacrificare tutti i miei giorni liberi per qualcosa che non ti dimostrerà la minima riconoscenza?
Poi, bisogna valutare gli scombinamenti familiari, le decisioni che gli altri prendono al posto tuo e che nemmeno si sognano di sottoporle non dico ad un tuo parere, ma almeno a tua conoscenza. Un gruppo di comari che passa tutto il giorno a organizzarsi, decidere, vomitare parole e che nemmeno gli passa per la testa di chiedere informazioni sul tuo stato mentale, fisico, vegetativo. Anzi no. A volte capita che il telefono squilli, che qualche comare ti chieda come stai, ma non ti lasci il tempo di rispondere o mentire perché subito aggiunge “ci sarebbe da fare…”. Le famiglie sono una brutta invenzione. Almeno nel mio caso.
Io volevo confinarmi in quella casetta al mare, solo per un po’. Darle una bella ripulita, portarci qualche libro, qualcosa di mio. Fare la pendolare mare-lavoro-mare, ma almeno respirare un po’. Contavo nei fine settimana senza nulla da fare e da impiegare passeggiando sulla spiaggia o stando seduta su uno scoglio a leggere o smarrire lo sguardo verso l’orizzonte azzurro. Pensavo di curarmi l’anima e riposarmi. Trovare la forza per portare avanti il mio progetto e poi volente o nolente fare ritorno. Ma vedo che l’intenzione è solo mia e non posso appropriarmi di quello che non mi appartiene. Non sono integrata a dovere tanto da poter imporre le mie idee.
Intanto aspetto, come al solito. Aspetto da tanto che Godot è passato di qui più di una volta. Aspetto da così tanto che ho perso la cognizione del tempo. Aspetto e non ricordo cosa. Ah sì! Il mio momento ormai irrimediabilmente arrestato. Hai voglia ad oliare gli ingranaggi. Troppa ruggine.
Nell’attesa ho imparato tanto, ho capito pure troppo, ma non sono riuscita a dimenticare.
Intanto ho ripreso in mano il manuale di scrittura creativa di Cotroneo andando in brodo di giuggiole per ogni sua parola scritta. Sto studiando la religione pagana e la trovo perfetta. Sto imparando a scolpire i visi e a dipingerli e miglioro a vista d’occhio. Sto perfezionando la mia tecnica da cake designer. Sto allungando i momenti di silenzio durante la giornata peccato che ogni tanto svacchi vomitando fiumi in piena di parole. Ho iniziato una dieta depurativa che interrompo la domenica sera per mangiare larghe fette di apple pie giustificando me stessa perché tanto di mele si tratta. Spalmo mattina e sera la crema contorno occhi illudendomi che così le rughe non arriveranno e faccio una doccia serale rilassante sperando di dormire tranquilla e invece smanio tutta la notte arrivando a declamare Dei Sepolcri di Foscolo.
Intanto.

Commenti

  1. hahah io invece proprio in queste settimane il volo lo ho prenotato... arrivo con family proprio a Catania. Quando si dice le coincidenze :-))

    alles paletti

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  2. Mi sono unita al tuo blog perché lo trovo interessante.
    ciao
    sinforosa castoro.
    http://sinforosacastoro.blogspot.com

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