Provarci ancora

Sto cercando di svegliarmi dal letargo. Ho appena finito di lavare le coperte che mi hanno nascosta in questi giorni passati. Che mi hanno coccolata e tenuta al caldo anche in quei momenti in cui il gelo si impadroniva di ogni cosa. Appena asciutte le riporrò con cura sperando di non averne più bisogno. Nemmeno il prossimo inverno. Mi sono rialzata. Di nuovo. C'é voluto un pò di più, ma rieccomi in piedi. Sono un pò preoccupata. Spaventata. Per nulla ottimista, ma sento che devo farlo. Non posso rimanere ferma ad aspettare chissà cosa. Non posso neppure continuare ad aspettarmi il peggio, dimenticando di vivere.

Così mi sono iscritta ad un corso di due giorni per decorare torte. Un salasso. Però me lo dovevo. Finiti i due giorni, sempre che il corso si faccia, tornerò dietro la mia scrivania lillipuziana ad aspettare che arrivi il venerdì. Sto cercando di dare un'altra possibilità, ma stavolta é l'ultima, a questo rettangolo di mattoni che mi causa noie dalla mattina alla sera. Razionalizzo spazi. Invento soluzioni, immagino spazi. Sto in guardia. So che l'omino dispettoso non si é messo a riposo. Aspetta. Però, se l'omino dispettoso abitasse dentro me. Se fossi io a dargli forza, a nutrirlo delle mie paure e dei dubbi, sbaglierei a mollare e basta. Farei soltanto il suo gioco. Io voglio morire lottando. Non fa per me la vigliaccheria.

Ho pure deciso di fare ricrescere i capelli, ma penso che questa battaglia la perderò. Intanto ci provo. Perché bisogna provarle le cose prima di poter affermare che non fanno per noi.

Ho sempre desiderato fuggire da qui. Ma ci ho mai provato seriamente? Ho perso tempo inseguendo altre cose meno importanti. Ho speso soldi per cose che si sono rivelate un disastro totale. Se avessi investito tempo e denaro affinchè il mio desiderio si realizzasse in questo momento non starei a mettere in fila quattro pensieri su un blog. Starei per tornare nella mia casa con giardino sul retro. Ci sarebbe il mio cagnolino ad aspettarmi. La teiera pronta sul fornello e un paesaggio da mangiarselo con gli occhi.

Mi assumo le mie responsabilità. Perché posso essere soltanto responsabile delle mie azioni. Non posso influenzare i comportamenti altrui anche se mi remano contro.

Basta recriminazioni. Basta accuse e rabbie mal celate. Sono stanca. Stanca di tutta questa rabbia e di tutti gli scheletri nel mio armadio. Basta vivere all'ombra. Basta nascondersi dagli altri. Basta pensare che non vado bene.  Anche io posso. Anche io riesco. Anche io ho pregi e valori che contano.

Non voglio essere più il piccolo punto grigio in un cielo terso. Voglio essere azzurra come gli altri. Voglio confondermi. Voglio smettere di osservarmi dall'esterno e studiare ogni mio gesto. Voglio agire con spontaneità. Sarà un lungo e difficile percorso. Che non porterà a nulla. Però avrò cercato, ancora, di raggiungerlo uno scopo. Io ci provo.

Kenava.