Gli insegnamenti dell'attesa
Il terzo starnuto mi porta
fortuna. Generalmente ne faccio sempre due di seguito. Quasi mai tre. Nei
periodi di allergia anche otto di seguito, ne faccio due, quattro, dieci, ma
solo tre di seguito avviene raramente e quando avviene mi capita di avere delle
piacevoli sorprese. Come stamattina. Il terzo starnuto foriero di belle
notizie. Lo sanno tutti, ormai, che io amo leggere i segni. Sto attenta ai
segnali e fino ad oggi non mi è mai capitato di sbagliare.
E c’è un altro segnale che
segnale non é. Si tratta della vocina interiore che mi suggerisce di partire.
Di cogliere al volo l’opportunità e non pensare al dopo. Di godermi il momento
e di non lasciarmi suggestionare dai soliti pensieri da brava donna di casa, né
di farmi trarre in inganno da falsi sensi di colpa o dai soliti pensieri
negativi.
Così mi ritrovo a progettare più
cose assieme. A scegliere la carta da parati che non faccia a pugni con il
pavimento. A cercare poltrone stile old england per rallegrare una stanza vuota.
A cercare un armadio che contenga di tutto e di più. Ad inventare una stanza
che possa accogliere l’hobby del momento. A unire con un righello immaginario
le mete che vorrei raggiungere nel mio viaggio. A spaccare in quattro il
centesimo e allo stesso tempo sognare in grande.
E più progetto, maggiore è la
voglia di fare e inventare cose nuove. Le idee arrivano l’una dopo l’altra come
ciliegie (o proiettili!!!). E tutto questo mi fa sentire bene. Anche se so che
questo momento non durerà a lungo. Che la legge del do ut des non la potrò
eludere neppure questa volta. Che il
conto dovrò pagarlo anche se ho già pagato, e tanto, in anticipo. Eppure mi sento leggera e non certo grazie agli
abitini svolazzanti, alle scarpe estive o agli strati di vestiti in meno. Così leggera che riesco a sopravvivere all’idea
di condividere la quotidianità in mezzo al disordine, alla polvere, al caos e
al caldo. Talmente bendisposta da aver allentanto la rigidità del mio piano
giornata. E questa nuova me sono davvero io? Sono il frutto di un paio di
eventi positivi dopo tanti calci in faccia?
Oppure sono la vera me stessa spogliata dalla negatività? Non so neppure
se mi piaccio, né riesco a capire se la me stessa melanconica mi manca o no.
Ed è in questo che poi ritrovo la
vera me stessa: continuo a pormi mille domande. Solo che stavolta qualche
risposta l’ho trovata. Ma non ho ancora
capito se anche per me è stata applicata la legge della compensazione: la vita
toglie e la vita dà. Se torno indietro
con il pensiero sono fiera di me. Altri, al posto mio, non sarebbero qui a
scribacchiare post. Io sono rimasta stoicamente in piedi. Caspita quanta
fatica! Però ho retto e a pensarci bene posso paragonarmi ad uno dei miei amati
fari atlantici. Il mare li frusta, loro oscillano, ma non crollano. Quasi mai.
Sono stati duri questi ultimi
anni. Ho pianto e riso per l’isteria. Ho perso
qualcuno che ritenevo fosse mio amico e invece non lo era. Ho rischiato
di perdere qualcun altro e grazie a questo ho capito che sono diventata davvero
grande. Ho detto addio a tanti sogni che
credevo irrealizzabili. Si è reso reale un sogno che irrealizzabile lo era sul
serio. Ho affrontato problemi e trovato le soluzioni. Ho agito in prima persona
e non ho aspettato che altri risolvessero per me. Ho detto dei No che andavano
detti. Ho inghiottito rospi e seppellito speranze. Mi sono messa alla prova e l’ho
superata. Ho conosciuto la solitudine e me la sono fatta amica. Ho imparato ad
aspettare e quanto dura e logorante, a volte, possa essere l’attesa. E adesso?
Adesso ci sono io, ancora io. E domani
non deve essere per forza un altro giorno se il presente è degno di essere vissuto.
Perché stavolta l’attesa è miele.
dovrei stare attento anche io ai segni! eccome... sono colpito da una orticaria che mi lascia bozzi rossi su tutto il corpo :-(
RispondiElimina...l'attesa passata a grattarsi
Alles Paletti
l'attesa... ora ho anche 10 punti di suttura alla gamba! altra attesa... chepalle!
RispondiEliminaAlles Paletti
E' incredibile come a volte le parole e i pensieri degli altri funzionano come specchi in cui ritrovarsi e riconoscersi...la vita dà e la vita prende...parole sante...così com'è vero che non sempre sappiamo cogliere quello che la vita dà, sempre perse a correre dietro a quello che la vita si prende.
RispondiEliminaTornerò qui spesso.
A presto e buona vita.
Gabriella