L'ultima lettera per Babbo Natale


 
Caro Babbo Natale,

se ti chiederai perché questa lettera è arrivata così in ritardo, sappi che l’ho spedita solo oggi. Non è una richiesta di doni, non sono desideri da esaudire. Mi chiedevo soltanto se ti ricordassi di me. Sono quella bambina che, pur sapendo tu fossi una mera invenzione, credeva lo stesso nella tua esistenza in quanto ha sempre amato la magia. Sono la stessa bambina che ogni notte della vigilia andava a letto con la speranza di sentire un tintinnio di campanelle, di captare una luce, di ascoltare un tuo ohohoh, ma che puntualmente non sentiva, non captava, non ascoltava mai nulla.

Sono quella ragazzina che non chiedeva poi tanto, salvo la normalità. Sono l’adolescente che aspettava di crescere per dare una svolta alla propria vita. Sono la ragazza che, nonostante tutto, ancora sapeva aspettare. Sono la donna che sono: disincantata, arrabbiata, confusa, frustrata, sospettosa e inquieta a causa della lunga attesa.

Ti ricordi di me Babbo Natale? O starai alzando gli occhi al cielo e nel segreto della tua stanza scrollerai i pollici e gli indici delle tue mani per rappresentare quanto rompiscatole io sia?

Porta pazienza ancora pochi minuti. Questa è l’ultima volta in cui mi rivolgerò a te.

Volevo solo restituirti il mio spirito natalizio. Langue da un po’ e prima che tiri le cuoia definitivamente, ti pregherei di prendertene cura e donarlo a qualcuno che ne ha di bisogno.

Ci saranno, forse, ancora alberi di natale e lucine colorate nel mio futuro, ma non sarà mai più Natale. Io pensavo ti saresti speso in qualche intervento per portare un po’ di calore in questa mia carcassa gelida, ma devo supporre fossi impegnato. Ancora una volta altrove. Ancora una volta non con me.

La notte della vigilia sono andata a dormire con questa speranza nel cuore, ma il mattino non ha portato nessuna novità con sé. Non hanno portato nulla il pomeriggio e la sera. E il giorno dopo non è stato diverso dal precedente.

Così, caro Babbo Natale, ti dico definitivamente addio. Adesso che lo scrivo mi accorgo di quanto tardi lo abbia fatto. Avrei dovuto salutarti molto tempo fa. Ma che vuoi farci: è uso comune commettere sempre i medesimi sbagli. Ed io sono più comune di quanto tu possa pensare.

Buon Natale

Commenti

  1. bhè appena scoperto... è il mio poeta preferito :-))
    http://www.youtube.com/watch?v=ODojWwKHx5M

    Alles Paletti

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