Una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi
Cambio. Ho deciso che bisogna
fare dei cambiamenti di scarso impegno economico e notevole impegno morale e
psico-fisico.
Intanto cambio parrucchiere, poi
cambio la signora delle pulizie. Cambio regime alimentare. Cambio profilo. Cambio
punto di vista, anzi: quello l’ho già cambiato. Cambio anche se non cambierà
nulla. Però ho bisogno di cambiare.
La tartaruga abbandona il guscio,
la chiocciola cambia casa, la talpa non scava più nel terreno.
Si cambia e lo si fa in modo più
o meno plateale. Basta vita in sordina. Adesso sarà tutto un rombo di tuono. O
un capitombolo infinito.
Oh sì, resto arrabbiata. Posso lo
stesso rimanere tale, ma guardarmi attorno cercando di fiutare le opportunità,
di captare i segnali, di acchiappare le idee o chiarire quelle che ho conservato
in soffitta.
E basta con questa passioni
fumantine del momento per questa o per quell’altra cosa. Ho bisogno di
programmi, di schemi da seguire. Ammettiamolo, sono stata esageratamente
disordinata. Tanto gira e rigira torno sempre ai miei vecchi amori. Non vorrò
diventare la Madame Lescaut del fai da te!
Così cambio. Archivio il Natale
che è stato disastroso. Archivio il Capodanno che si è rivelato una
maledizione. Archivio l’Epifania durante la quale ho riflettuto un bel po’. Devo ancora cambiare le batterie. Non ricarico
quelle vecchie. Non le voglio più.
Il panorama non è dei migliori,
le prospettive languono, il contorno è immangiabile, ma a furia di tenere la
testa china mi si è irrigidito il collo. Allora cambio. Cambio modo di
affrontare le cose. Cambio quella stupida supplica dagli occhi che mi rovina le
foto, con una di attenzione. Cambio espressione, se si può. Cambio perché
niente può essere definitivo. Nemmeno questa alienante immobilità. Perché il
cambiamento non deve per forza essere spaventoso. Perché non posso restare a
guardare fuori dalla finestra, da dietro questa tenda impolverata. Scendo in
cortile anche se a giocare a palla resto da sola.
Cambio e mi chiedo dove troverò
la forza di cambiare. Come riuscirò ad eliminare le mie manie del tutto pulito
e candido e del tutto sotto controllo. Cambio e allo stesso tempo vorrei
nascondermi dal mondo, dalla vita che vivo e anche da me stessa e dalla mia
critica feroce. Cambio perché non mi sento più la stessa. Non mi piacciono
molte cose che prima adoravo e sto scoprendo nuovi aspetti di me che mi
lasciano piacevolmente sorpresa e perplessa. Cambio ora che molte cose mi sono
chiare. So quello che non sarò mai e ne prendo solo i lati positivi. Cambio
perché non potrò mai essere una novella Jane Austen o una novella Viginia Woolfe
soprattutto se starò appresso i panni stesi e darò la caccia ai granelli di
polvere.
Cambio partendo anche da una
piccola scrivania e da una lampada. Cambio soprattutto perché, per la prima volta
in vita mia, mi muoverò senza preoccuparmi del giudizio altrui e farò tutto
quanto per me senza fretta e senza quel pizzico di vanità e sogni di gloria che
anche una riservata come me, spesso, prova.
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