Welcome home baby

Lo ammetto, mi sei mancato da morire. Credevo fossi un discorso chiuso. Ma più andava avanti e più mi accorgevo che con te non era ancora finita. E questo finale aperto non andava bene per noi. 

C'era sì, il bisogno di fare una pausa. Io non mi piacevo più. Non mi assomigliavo più. E così ho deciso di andare via.
Sapessi! E' stato come vivere su un'altalena. Ho visto e vissuto cose bellissime, ma ho ricevuto dei ceffoni niente male. Sai di quelli che ti stendono e ti rimangono impressi sulla pelle? Di quelli che a solo pensarci bruciano ancora.

In quei momenti mi sei mancato. Avrei voluto raccontarti che l'ho vista, poi, la Bretagna. E che é bella come la immaginavo. Avrei voluto mostrarti le foto che ho scattato. Dirti del caramello salato  e dell'idromele comprato in un negozio di souvenir.

Ho respirato l'aria dell'oceano, ho preso un battello e sono stata a Ouessant. Mi sono arrampicata a piedi per il sentiero, perché lo sai che non so andare in bici. Ho corso e camminato e corso. Per fare in tempo, perché era tardi, ed ho visto il faro Kerèon, il faro la Jument, Stiff e Creac'h. Sapessi che meraviglia. 



E al ritorno ho visitato il faro di Saint Mathieu e la vecchia abbazia. E di fronte a me c'era l'oceano (e il faro di Ar-Men).




Ti ho scritto del farlo de La Vieille? Ho visto anche questo. Altra scarpinata. Ma la magia! I gabbiani, il vento, il rumore delle onde e l'odore dell'oceano. Quell'odore me lo ricordo ancora. Ma come facevo a raccontarti dell'odore. Quali parole usare? Non sono così brava. Ti posso solo dire che era un misto di brezza e di carezza di vento. Fresco come un cubetto di ghiaccio. Aromatico, ma appena, appena. Sono stata seduta per un bel pezzo ad inspirare tutto quell'odore, a sentire il canto dei gabbiani e il racconto delle onde. E quanto era bello quel faro. Sembrava di vivere in  una foto seppiata. Sai quella specie di effetto che ogni programma sciocco di foto-ritocco ti propone?


Ti ho pensato anche a Carnac. La conosci la mia fissa per i siti megalitici.


E per il sidro ...


Ci torno, sai? In Bretagna. Anche se, a causa dei ceffoni, non volevo più tornarci così presto. E se ci torno é grazie a te. Mi è tornata in mente l'immagine di me, con la tazza di tè fra le mani, la finestra che dà sul mare e sullo sfondo la luce di un faro. 

Il motivo per il quale sei nato tu. 

Così, oggi pomeriggio, dopo un pranzo a pane e acqua e la noia del dopo-pranzo lavorativo mi sei tornato in mente e mi sono detta: perchè no?
In fondo torno solo a casa.

In fondo non sono più quella che ero, ma nemmeno quella che ero diventata.
Perché puoi comprare mille paia di scarpe, ma alla fine solo un paio ti calzerà a pennello. E tu sei le mie scarpe comode. Che sembrerebbe poco romantico, ma se provassi ad indossare delle scarpe chiuse senza calze o dei tacchi alti, capiresti cosa voglio dire. In fondo, anche la favola di Cenerentola parla di scarpe.

Dovrei raccontarti dei mie due anni lontana da te. Ma ti risparmierò le parti tristi e quelle dolorose.
Sarà che dovrei risparmiarmi di pensarci pure io. 

Lo sai che ho visto le foche? In Irlanda, l'estate scorsa. In un paesino adorabile con un porto e un faro. Quello hai capito c'è sempre. E' una costante. E ho mangiato per tutto il tempo fish and chips da urlo. Io. Quella che il pesce la mette K.O.

E lo sai che ho frequento un corso di disegno? Da due anni. E sto diventando brava. 
E sto abbozzando il mio libro. Finalmente. 

E non sai ancora che ho una piccola cavia peruviana in casa. Un esserino che é la mia gioia e la mia dannazione. Testardo e cocciuto, ma tenero e affettuoso. Mi accoglie la mattina saltellandomi attorno. Poi mi sale sui piedi e spinge il suo nasino sulle mie gambe. Poi si accovaccia vicino ai miei piedi durante la colazione e potrebbe stare lì per ore. 

Vediamo.... quante altre cose belle? Ah sì. Ho conosciuto uno scrittore. Me ne sono innamorata. E' un filologo, studioso di filosofia e teologia. Ho già partecipato a due sue seminari. E sono riuscita a vincere la mia famosa timidezza e adesso ho tre sue dediche sui mie libri preferiti. Fatte giusto il giorno del mio compleanno.

Ho i capelli di nuovo lunghi. Almeno per ora. Ho salvato un gattino di una settimana morso da un cane. L'ho curato, allattato, svezzato e gli ho trovato una casa. Era il gatto del mio destino. Nero e gli occhi blu. Bellissimo. Un giorno ti parlerò di lui.

Ho visitato Londra. Tre giorni. Un lungo week end. Ho visitato le sue sale da tè. Ho comprato tanto tè. Costosissimo tè. E mi sono innamorata di Covent Garden e del suono del Big Ben. Sono riuscita ad ascoltarlo prima che lo zittissero per il restauro. Sono atterrata una notte e c'era neve. Finalmente posso affermare che sono nata per vivere in luoghi freddi. Alla faccia di chi mi diceva: Provaci e poi vedi se non te ne penti. No. Non me ne pento. Sicuro.

E' pure caduta la neve la notte di capodanno di due anni fa. Uno spettacolo. La neve: qui! 
L'ho preso come un regalo della vita che per legge quando toglie deve dare.

Hai visto quante novità? 
Sai che facciamo? Quel diario che ho lasciato sul comodino é ormai tutto impolverato. La tentazione di aprirlo l'avrei. Ma non lo farò. Non adesso.
Ne inizio un altro. Nuova copertina, nuova penna e nuove storie.
Il passato non deve condizionarmi, ma non posso neppure cancellarlo. 
Consideriamolo una foto ormai vecchia. Ci sono io, intenta a compiere qualche azione (io, in posa nelle foto mai). Sono io, ma non sono più nella foto. E' un'immagine. Un ricordo. Io sono quella che é tornata a casa. Quella che lontana dal suo faro e dal suo mare non ci sa proprio stare.









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